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Afriche & Orienti
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Afriche & Orienti
Nasce la casa editrice Aiep Editore S.r.l. e si dedica per almeno 10 anni alla pubblicazione di testi riguardanti la storia, la cultura, l’arte, il diritto della Repubblica di San Marino.
Ha inizio una ricerca sulla letteratura africana e asiatica che si concretizza prima nel lancio della collana Melting Pot – Narrativa dai Paesi del sud, curata da Eleonora Forlani e Teresa Palazzolo, quindi nella rivista Afriche e Orienti curata da un nucleo di professori delle Università di Bologna e Napoli.
La casa editrice pubblica anche un collana di narrativa in lingua italiana ed una di grandi manuali.
Aiep Editore inaugura “Il piccolo stato”, una collana giuridica e di storia e diritto sammarinesi.
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Emozioni trasmesse da testi letterari che interpretano la contemporaneità
Saggi sulla scienza, la storia e le tradizioni
Uno strumento di conoscenza e di analisi della realtà contemporanea dell’Africa, del Mediterraneo e del vicino e medio Oriente
Cultura, letteratura, storia e diritto di San Marino
Emozioni trasmesse da testi letterari che interpretano la contemporaneità
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Cultura, letteratura, storia e diritto di San Marino
Melting pot apre le sue pubblicazioni nel 1993 con il libro più conosciuto dell’Africa sub-sahariana: L’enfant noir dello scrittore della Guinea Conakry, Camara Laye.
La proposta editoriale diventa nel tempo voce della scrittura di autori originari di paesi africani, asiatici e latino-americani.
Un dialogo tra culture indispensabile di fronte ai processi di integrazione multietnica nelle società e fra le società.
Teresa Palazzolo,
Eleonora Forlani
Eleonora Forlani
Alessandra Carlini,
Eleonora Forlani
Giulio Soravia,
Anna Vanzan
Maria Teresa Palazzolo (portoghese, fracese), Anna Vanzan (persiano), Vincenzo Barca (portoghese), Alessandra Vecchi (spagnolo), Fausta Morganti (tedesco), Guido Corradi (indonesiano), Giulio Soravia (indonesiano), Maria Abbrescia (francese), Franca Doriguzzi (francese), Valeria Moscariello (inglese), Antonella Annovazzi (brasiliano), Shorsh A. Surme (curdo)
Narrativa dal Sud del mondoMelting Pot
Emozioni dall’interpretazioneI caribù
della contemporaneità
La Biblioteca di IagoLa Biblioteca di Iago
Saggi sulla scienza, la storia e le tradizioniI saggi
Conoscere Africa, Mediterraneo e medio OrienteAfriche e Orienti - Rivista
Cultura, letteratura, storia e diritto della Repubblica di San MarinoIl Piccolo Stato
Dopo essere vissuto in Senegal e in Costa d’Avorio, Monénembo arriva in Francia nel 1973. Si iscrive all’università per studiare biochimica. Per pagarsi gli studi si mette a fare piccoli lavoretti, come spazzare un supermercato di Lione. Durante il riposo, prende appunti in un quaderno che diventerà più tardi un romanzo, il suo primo: Les Crapauds-brousse. Alla fine presenta la sua tesi in biochimica. Naturalizzato francese, diventa assistente alla facoltà di medicina di Saint-Etienne. Nel 1979, nel quadro della cooperazione, va ad insegnare in Algeria e poi in Marocco. Ritornato in Francia, trova un posto all’università di Caen in Normandia.
Nel corso del suo periodo di formazione, lo scrittore pensa che le disarmonie della storia possano essere regolate con i pugni. Fervente maoista degli anni 1970, Monénembo ha militato a lungo in seno a movimenti di sinistra, come la Federazione degli Studenti dell’Africa Nera in Francia (FEANF). Ma di fronte al fallimento dei movimenti popolari, che hanno tradito i loro ideali di libertà, uguaglianza e fraternità nel terzo mondo, liberato dal giogo coloniale, il giovane guineano si avvilisce e dolorosamente constata “che la politica è solo fumo e che il futuro si trova nel romanzo”. “Tra la colonizzazione e l’indipendenza non so quale sia la peggiore”, egli farà dire ad uno dei suoi personaggi.
Questa brutale presa di coscienza del fallimento della politica spinge Monénembo a buttarsi a capofitto allo scrivere. Egli vuole dimenticare la sua condizione di esiliato. Vuole soprattutto convincersi che la “povertà e l’umiliazione subite non sono delle tare. Il suo primo romanzo, Les Crapauds-brousse, uscì nel 1979, edito da Seuil. Redatto per la maggior parte nelle notti insonni, fu pubblicato nello stesso anno di Vie et demi di Sony Labou Tansi. I due libri sono delle veritiere requisitorie contro la dittatura, la vigliaccheria e la corruzione combattute con l’arma dell’umorismo, della comicità, dell’ironia e della risata. Essi inaugurano una serie di opere che denunciano le tirannie e i gulag tropicali, un genere preponderante nella letteratura africana degli anni 1980.
Dopo un pausa di sette anni Monénembo pubblica nel 1986 il suo secondo romanzo Les écailles du ciel, che vinse il Gran Prix de l’Afrique Noire. Seguono Un rêve utile(1992), Un attiéke pour Elgass (1993), Pelourinho (1995), Cinéma (1997), L’Ainé des orphelins (2000), ispirato, quest’ultimo, alla tragedia ruandese.
Molto differenti gli uni dagli altri, questi racconti, scritti con allegria e pochi mezzi, hanno in comune il tema dell’esilio, del vagare, della memoria comunitaria, del disincanto politico, della follia, della condizione di rifiutato. A metà strada fra la letteratura modernista di Joyce o di Faulkner ed i racconti e leggende orali peul, che hanno cullato la sua infanzia, i romanzi di Monénembo sorprendono e divertono.
È su questa via che si collocano le due ultime opere dello scrittore franco-guineano: Peuls (2004) ed Le Roi de Kahel (2008), delle epopee che sollecitano e celebrano la storia e la memoria della comunità peul, di cui l’autore è originario. Una storia ed una memoria dalla quale Tieno Monénembo non si è mai separato, anche se l’esilio l’ha allontanato dalla geografia del suo immagiario.
Il suo desiderio più ardente sembra essere quello di essere reintegrato, un giorno, in questa geografia: “ La vita, così come la vivo da 34 anni, è provvisoria. Il mio destino è di vivere in Guinea, ritornare al mio villaggio, vedere le tombe dei miei antenati… Ritornerò”.
Di grande umiltà e riservatezza, d’aspetto fragile persino nell’andatura, Tierno Monénembo è una memoria vivente. Mentre ama discutere e difendere il suo punto di vista su un’Africa terribilmente disperata, non disdegna di evocare, come preziose testimonianze, i suoi ricordi. I suoi anni di liceo nella Guinea di Sékou Tourè, le sue peregrinazioni nei paesi dell’Africa occidentale, il suo inserimento in Europa, il suo lavoro di cooperante nel Maghreb… Ma anche i suoi incontri letterari nei quattro angoli del mondo. Di che scrivere qualche tomo di memorie.
Certamente, è della razza di quelli che un giorno potranno esclamare, come il poeta cileno Pablo Neruda: “Confesso che ho vissuto”.
Thirthankar Chanda in Jeune Afrique n° 2497
Tradotti in italiano:
Le radici della pietra, Guaraldi-Aiep Repubblica San Marino, 1994 (Titolo originale: Les écailles du ciel)
Il grande orfano, Feltrinelli, Milano, 2003 (titolo originale: L’Ainé des orphelins)
La migrazione dei caribù come simbolo delle problematiche della modernità. L’esplorazione di terre note e meno note, il rischio di estinzione di una specie dovuto alle difficoltà di adattamento, sono solo alcune delle condizioni che ci conducono a leggere racconti e romanzi di autori affermati e neofiti che esplorano la condizione umana.
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La Repubblica di San Marino esprime da secoli la propria sovranità ed è caratterizzata da una storia e un’articolazione istituzionale che l’Unesco ha ritenuto meritevole di essere parte del Patrimonio dell’Umanità. Dal 1980 la casa editrice pubblica saggi sulla storia, le tradizioni e il diritto della più antica Repubblica del mondo.
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La visita alla Repubblica di San Marino può suscitare l’attivazione di molteplici punti di osservazione: quello storico, quello istituzionale, quello paesaggistico e ora, grazie a Gabriele Della Balda, quello religioso. Non sfugge il fatto che sia l’unico Stato ad avere avuto origine dalla leggenda di un Santo che rifugiatosi sul monte Titano, ha dato vita ad una comunità. Intorno alla comunità religiosa si è formata la comunità civile e hanno preso origine gli ordinamenti.
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