Quando ieri sera Italo Capicchioni è salito sul palco del Teatro Titano alla fine di una serata entusiasmante, il pubblico gli ha riservato un applauso scrosciante e interminabile.
Un applauso per quanto ha saputo dare al proprio Paese con la sua vita di grande artista, capace di vivere la musica come rappresentazione estetica per eccellenza, unica forma espressiva capace di farci “viaggiare nel tempo, riportare in luce momenti della nostra vita, rievocare immagini perse, riprovare sensazioni, emozioni, pulsioni. Insomma sentire nel presente ciò che non è più fisicamente presente”.
La presentazione del libro “Note di vita” scritto da Angela Colombini non racconta solo la storia fantastica del grande musicista, ma indica un modo profondo di interpretare la musica ed ascoltarla.
In questo caso è il musicista stesso che si racconta affermando la necessità di apprendere dal vivo quanto in quel preciso istante si manifesta, poichè domani sarà un altra cosa e, trascorso il domani, un’altra cosa ancora. Il significato è semplice: il musicista non è colui che fa suonare lo strumento, ma colui che interpreta creativamente lo spartito e ciò non può che avvenire dal vivo.
Una straordinaria lezione di musica quella riservata al pubblico che ha gremito il Titano in ogni sua parte, celebrando nel miglior modo possibile l’anniversario dell’iscrizione del Monte Titano nel patrimonio dell’Unesco.
Unendo storia, estetica e sentimenti nel rapporto di amicizia e collaborazione con Italo Capicchion, l’introduzione di Angela Colombini ha dato la cifra della magnifica serata a cui di lì a poco si sarebbe assistito.
Così è stato, il quartetto con al pianoforte Marco Capicchioni, al violino Aldo Capicchioni, alla viola Michela Zanotti e al flauto Serena Lucchi, ha eseguito un primo brano di cui Marco ha rivelato il compositore, annunciando come tutte le interpretazioni sarebbero state strettamente legate alla creatività della famiglia Capicchioni.
Infine la voce di Silvio Castiglioni capace di raffigurare la presenza stessa di Italo, come fosse lui stesso il narratore per raccontare il passaggio dalla Santa Mustiola degli anni ’50 alla Milano della Scala, dalle presenze del ragazzo prodigio nella banda musicale fino alle interpretazioni orchestrali con i più grandi maestri.
Il libro di Angela Colombini entra nella collana “Il Piccolo Stato”, ma dimostra come questo ‘piccolo’ sia diventato grande, anzi grandissimo, grazie all’ingegno e all’impegno di un sammarinese.
Prima edizione (2019)
Pagine: 188
ISBN: 88-6086-164-1
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